La ceramica di Montelupo e gli Uffizi. Una galleria di confronti. 1 aprile – 1 ottobre 2023

31 Marzo 2023

Terre degli Uffizi sbarca per la prima volta a Montelupo, uno dei più importanti centri di produzione di ceramiche che diventano le protagoniste della mostra “La ceramica di Montelupo e gli Uffizi: una “galleria” di confronti”, che si terrà dal 1 aprile al 1 ottobre, al Museo della Ceramica di Montelupo. È la prima delle sei mostre nel programma espositivo 2023, promosso da Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti Piccoli Grandi Musei e Uffizi Diffusi.

Fin dalla fine del 1200, Montelupo si distinse per le sue ceramiche come documenta la sorprendente quantità di maioliche rinvenute negli scavi archeologici effettuati all’interno di questo borgo medievale e in siti che spaziano dal Mediterraneo, alle Americhe fino al Giappone. Nel periodo di massimo splendore, tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, i manufatti dei maestri vasai della cosiddetta “fabbrica di Firenze” furono richiesti dalle nobili casate fiorentine, come la famiglia Medici. Fra le tante testimonianze, spiccano i piatti con lo stemma papale di Leone X, ritratto dal Bronzino e in prestito in mostra dalle Gallerie degli Uffizi. Il confronto fra la splendida miniatura e le ceramiche con gli stemmi medicei è la prova evidente degli stretti legami di committenza che legavano le botteghe di Montelupo ai signori di Firenze.

La ceramica di Montelupo fu anche protagonista della vita di tutti i giorni, come dimostrano quei quadri con raffigurazione di ambienti casalinghi (come cucine e dispense), la cui fortuna abbraccia tutto il XVII secolo. È il caso del dipinto di Jacopo Chimenti, detto l’Empoli, in cui sono riconoscibili due ceramiche la cui forma e decorazione rimandano a tipiche produzioni montelupine. In questo caso, una selezione di recipienti da spezieria, piatti e boccali si accosta non solo alle maioliche raffigurate, ma anche ad altre con soggetti riconducibili all’abbondanza della tavola e ai prodotti della caccia. Tutte le ceramiche esposte provengono da scavi effettuati a Montelupo Fiorentino nell’arco degli ultimi cinquant’anni.

Il progetto è realizzato grazie anche alla collaborazione con Unicoop Firenze.   

INFORMAZIONI PER LA VISITA

Museo della Ceramica di Montelupo – Piazza Vittorio Veneto 11 – 50056 Montelupo Fiorentino (FI)

DATE E ORARI DI APERTURA
Lunedì 14:00 – 19:00
Dal martedì alla domenica e festivi 9:00 – 19:00
16/17/18 giugno 2023 09:00 – 24:00
Apertura prolungata della mostra in occasione di Cèramica 2023
Festival della Ceramica di Montelupo
Chiuso Pasqua e 1° maggio

BIGLIETTI E RIDUZIONI
Intero € 5,00
Ridotto A € 4,00
(over 65, gruppi 15-35 persone, convenzioni TCI, Coop, Edumusei, RFI, Cartagiovani)
Ridotto B € 3,00
(gruppi minimo 35 persone, studenti universitari)
Omaggio
Under 18, scuole, residenti, disabili con accompagnatore, guide turistiche.
Altre riduzioni e gratuità consultabili sul sito www.museomontelupo.it
Ogni prima domenica del mese, l’ingresso al Museo della Ceramica è gratuito per tutti i visitatori.

SERVIZI
Biglietteria, bookshop, caffetteria, guardaroba, audioguide collezione del Museo.
Accessibile a disabili, servizi igienici, ascensore, Baby Pit Stop.


Schede delle opere

Jacopo Chimenti detto l’Empoli

(Firenze 1551-1640)

Dispensa con testa di porco, tacchino e lepre

Iscrizione: “Jacopo da Empoli 1621 in Firenze”

Olio su tela, cm129x151

Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gallerie delle Pitture e delle Statue, inv.1890 n.8441

L’Empoli, secondo un criterio paratattico da catalogo, descrive con accostante naturalismo una ricca dispensa. In alto ad una mensola lignea provvista di ganci e pioli, denominata rastello negli antichi inventari, sono appesi: candele, una costata di carne, grappoli d’uva posti a passire, tordi, salsicciotti, quaglie, un’anatra, due melograni, un tacchino spennato ad eccezione della ruota e una lepre. Immediatamente sotto nello sfondo della parete scura, brunita probabilmente dai fumi del fuoco, si dispongono vari utensili: una chiave con un cartellino (dove il pittore ha apposto la firma e la data), un mestolo forato, una grattugia e una pinza. In basso sul tavolo ligneo, parzialmente coperto da una tovaglia spiegazzata, sono appoggiati una testa di porco sanguinolenta addossata ad una giara di ceramica, salsicce, un grande piatto in ceramica, un bricco in peltro, una fiasca di vino impagliata, un galletto, una zampa di porco, un limone aperto, una forma di formaggio, una testina di vitella e un aglio. Nel dipinto, dove l’impaginazione deriva da esempi spagnoli e fiamminghi, traspare la sensibile attenzione di Jacopo Chimenti nella resa del dato naturale con una luce morbida volta a evidenziare la diversa consistenza degli oggetti e delle cibarie, attitudine riconducibile soprattutto alla sua formazione nell’ambito del naturalismo riformato della pittura fiorentina di fine Cinquecento e al contatto con le prorompenti novità caravaggesche.

Agnolo Bronzino e bottega 

Ritratto di Leone X 

1565 ca. 

Olio su stagno, cm 16 x 12,5 

Firenze, Gallerie degli Uffizi, Depositi, Inv.1890 n. 862 

 

Questa piccola miniatura faceva parte di una serie più ampia di ritratti della famiglia Medici, alcuni dei quali erano appesi sul retro della porta che introduce alla Stanza di Calliope, lo studiolo decorato da Vasari in Palazzo Vecchio tra il 1555 e il 1560 circa. Ciascuno dei ritrattini richiamava un modello illustre, che in questo caso era il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de Rossi, dipinto celeberrimo di Raffaello, commissionato nel 1518 dallo stesso pontefice in occasione delle nozze di suo nipote Lorenzo duca di Urbino con Madeleine de la Tour d’Auvergne. Rispetto all’originale, in cui il papa è ritratto a figura intera e seduto sull’imponente sedia camerale, nel piccolo rame l’autore ha selezionato solo il suo volto grassoccio, segnato dalle rughe e dominato dallo sguardo acuto e pungente, scegliendo però di lasciare un piccolo dettaglio: la lente d’ingrandimento che nell’originale di Raffaello il papa stringe nella mano appoggiata sul tavolo e che cattura l’attenzione dello spettatore per la sua raffinatezza.