41 anni dal decentramento del municipio, edificio moderno, aperto alle nuove sfide della contemporaneità

17 Ottobre 2023

La sua storia si intreccia con le vicende della città e racconta molto di Montelupo, della sua attenzione ad una progettazione sostenibile.

Sono trascorsi 50 anni dalla scoperta del Pozzo dei Lavatoi, 45 dalla scelta di spostare di realizzare il Museo della ceramica nell’ex Palazzo Podestarile e 41 dal trasferimento del Municipio nell’attuale sede.

Era il 17 ottobre 1982 quando il gonfalone civico venne portato in corteo dal palazzo podestarile al nuovo edificio appositamente costruito nella nuova parte della città. Allora l’Amministrazione era guidata dal giovane sindaco Sergio Calosi.

Fu lui a iniziare la riforma urbanistica che sarebbe proseguita per anni e che trova le sue radici nell’approvazione del primo piano regolatore generale, adottato il 9/5/1974 dal Consiglio comunale, quando governava Luigi Ballotti, fino al luglio 1975 in sostituzione del sindaco dimissionario Fosco Bini. La decisione fu presa dal Consiglio comunale l’11 dicembre 1978 che stanziò 450 milioni di lire sul bilancio a questo scopo.

Il palazzo podestarile da quel momento venne adattato a sede del Museo di Montelupo.
Una scelta che comportò il decentramento dei servizi pubblici in zona e la loro unificazione in un’unica sede.

Sono quindi 41 anni che l’edificio è stato inaugurato ma nel tempo ha subito diverse trasformazioni, tra cui le ultime a cura dell’amministrazione Masetti molto importanti.

L’amministrazione ha effettuato un investimento sostanzioso per l’efficientamento energetico e l’ottimizzazione degli spazi del piano terreno con anche la riorganizzazione dei locali tecnici dedicati ai sistemi informativi.

La parte di efficientamento ha riguardato la copertura dell’intero edificio con un cappotto termico, la totale sostituzione degli infissi e dei corpi illuminanti, e il rinnovamento di tutta la parte di climatizzazione.

Una scelta che ha come conseguenza positiva elevati risparmi energetici ed economie di spesa che consentono di affrontare la crisi energetica in atto.

Complessivamente l’intervento sul palazzo comunale è costato 970.000 euro, di questi circa 780.000 euro sono finanziati grazie a bandi esterni legati all’efficientamento energetico; sul bilancio comunale hanno gravato circa 190.000 euro.

Il nuovo progetto ha previsto anche il riallestimento dei luoghi di accesso al pubblico di un’esposizione permanente di opere d’arte principalmente moderna, caratterizzata in gran parte sulla produzione di vetro e ceramica.

Tra tutte spiccano le opere visionarie in gres di Bruno Bagnoli, opere di design di Aldo Londi e Ettore Sottsass, ma vi è anche una rilevante pinacoteca con dipinti di artisti quotati.

Un approccio, quello orientato alla sostenibilità, che è destinato a durare nel tempo e che prevede passaggi successivi.

È infatti prevista un’ulteriore evoluzione tesa a ottimizzare i luoghi di lavoro anche degli altri piani, a dotare il palazzo di un impianto fotovoltaico che servirà per autoconsumo e come base per la costruzione di una comunità energetica rinnovabile a Montelupo.
Si prevede inoltre l’allestimento delle sale degli organi istituzionali con dotazioni tecnologiche tese a rispondere sia alle nuove regole che permettono lo svolgimento delle sedute anche da remoto e in modalità mista remoto-presenza, ma soprattutto per l’uso funzionale quale sala operativa del Centro Operativo Comunale di Protezione civile.

«A breve porteremo in Consiglio Comunale il Piano Strutturale Intercomunale e subito dopo il Piano Operativo Comunale. Le vicende legate allo spostamento del Municipio ci restituiscono chiaramente il valore di questi strumenti: è in un contesto di programmazione urbanistica che si compiono scelte anche epocali. E quelle fatte a metà degli anni ‘70 lo furono. Definirono Montelupo così come la conosciamo oggi. Una città moderna, in cui i servizi sono facilmente accessibili in luoghi dotati di parcheggio. La sfida che abbiamo oggi è più grande, se possibile: dobbiamo progettare in modo necessariamente sostenibile, tenendo ben presente sia il risparmio energetico che economico.
La scelta di ristrutturazione del palazzo comunale conclusasi nel 2020 è una buona pratica in questo senso e ci sarebbe piaciuto condividere il progetto con la cittadinanza aprendo letteralmente le porte della casa comunale. La pandemia ci ha frenato, ma magari potranno esserci altre occasioni», afferma il sindaco Paolo Masetti.