“Non so se tu a Montelupo ci sei stato, di questo posto sono proprio innamorato!”
È uno dei passaggi del progetto musicale originale e coinvolgente, nato tra i banchi della scuola primaria paritaria Santa Teresa del Bambino Gesù. A guidare l’iniziativa, il docente di musica Lorenzo Alderighi, che ha accompagnato i piccoli compositori in un viaggio creativo durato un intero anno scolastico.
Il progetto ha coinvolto ben cinque classi prime e si è sviluppato in più fasi, a partire dalla scrittura del testo: “Siamo partiti dalle immagini più rappresentative di Montelupo – racconta Alderighi – per trasformarle in versi che potessero raccontare il paese con gli occhi e le parole dei bambini”. Da lì è iniziato un lavoro attento e appassionante sulla metrica, per dare forma a una vera e propria canzone.
Un inno a Montelupo, dunque, che mescola tradizione e spirito locale, con un tocco di nostalgia e tanta genuinità. “Abbiamo scelto di strutturare il brano come uno stornello toscano – spiega il docente – per richiamare le radici culturali del territorio. E dal punto di vista musicale, volevamo evocare il suono della banda, quello di una marcia di paese: qualcosa che avesse il sapore delle feste di una volta”.
Ma dietro questo progetto c’è soprattutto la creatività dei più piccoli. “È stato un gioco meraviglioso – dice con entusiasmo Alderighi – perché se impari ad ascoltare davvero i bambini, ti accorgi che le loro idee, una volta sistemate tecnicamente, sono piene di genialità. Hanno una spontaneità che spesso noi adulti perdiamo”.
Le registrazioni del videoclip sono iniziate a febbraio, trasformando l’inno anche in un racconto visivo della città: “Ogni occasione diventava una scena. Durante il Carnevale li abbiamo filmati in maschera, poi siamo andati alla stazione, alla fontana, sui viali… Abbiamo toccato tutti i luoghi più iconici di Montelupo”, ricorda il docente.
Se dovesse riassumere questa esperienza in una parola? “Divertente”, risponde senza esitazione. “Sì, è banale forse, ma è la verità. Io mi sono divertito, e spero davvero che anche i bambini si siano divertiti. È questo, alla fine, lo scopo della musica: far star bene. Certo, c’è sempre impegno, c’è sempre fatica… ma se non c’è gioia, non funziona”.
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale entra sempre più nelle aule e nelle pratiche didattiche, Alderighi rivendica con orgoglio l’approccio interamente manuale del progetto: “È tutto artigianale, tutto fatto da noi. Senza IA. E credo sia importante dirlo, perché oggi anche nell’insegnamento, e in particolare nella musica, si discute tanto del ruolo della tecnologia. Questo progetto è nato solo da idee, mani e cuori umani”.