Descrizione
La Giunta comunale ha deciso di chiedere sempre alla Prefettura la possibilità di intitolare ai due partigiani Tabarino e Ruzzolo, al secolo, Lorenzo Lucchesi e Rizieri Prosperi il nuovo piccolo slargo creato sul “Voltone”, la curva tagliata dal ponte sulla ferrovia Firenze Pisa, lungo la via Fratelli Cervi, all’Erta.
Lorenzo Lucchesi, montelupino, nacque il 20 dicembre 1887 e morì l’8 marzo del 1976, mentre Rizieri Prosperi nacque a Capraia Fiorentina il 12 maggio 1908 e morì a Empoli il 1 dicembre 1969.
Tabarino e Ruzzolo facevano parte, insieme a Guido Guidi, che morì poi a Castel San Pietro nelle file dei volontari della libertà nel 1945, e Gigino di Sofia, di una formazione partigiana che aveva il quartier generale sul rio Tomba di Berto sopra Sammontana, e sono noti alle cronache grazie al racconto scritto di Luciano Prosperi, figlio di Rizieri, per un’azione coraggiosa: “lo sminamento del voltone”.
La storia del tempo racconta che nell’estate del 1944 i nazisti stanno per ritirarsi da Montelupo incalzati dalle truppe indiane, neozelandesi, inglesi e americane, ma vogliono rendere l’avanzata alleata il più complicata possibile. I tedeschi minano i ponti sui fiumi e quello sulla ferrovia, all’Erta, sopra il cosiddetto “voltone”, un’ampia curva a sinistra che la linea ferroviaria leopoldina fa arrivando a Montelupo da Empoli e Pisa.
Sul Voltone passava anche l’acquedotto mediceo lorenese che, raccogliendo le varie sorgenti del Rio dei Bottini, sotto Bobolino, portava l’acqua alla Villa dell’Ambrogiana.
I partigiani andarono a viso aperto a chiedere al Dott. Generoso Quadrino, direttore del manicomio che aveva sede nella Villa, di consegnar loro le armi delle guardie, per dar loro la possibilità di proteggere l’acquedotto dalla ritirata nazista.
Il direttore pensando alla sorte delle 500 persone rifugiate all’Ambrogiana in caso di mancanza d’acqua, consegnò le armi ai partigiani denunciandone formalmente il furto, a patto però che Tabarino e i suoi compagni avessero fatto tutto il possibile per proteggere l’acquedotto.
Il 27 luglio del 1944 tutte le infrastrutture furono distrutte dai nazisti, ma il Voltone, grazie al coraggio di questi partigiani e al loro sabotaggio, ne uscì indenne. Acquedotto compreso.
«Tabarino e Ruzzolo sono due eroi della Resistenza. Persone che hanno rischiato la vita per proteggere quella di altri in nome della libertà. Lo sminamento del Voltone è un gesto coraggioso, epico, che se raccontato ai bambini non può non rimanere impresso. Una narrazione che, come quella di Luisa Targetti, può farsi strumento concreto di memoria.», afferma l’assessore alla memoria, Lorenzo Nesi.
Ecco dunque le ragioni per le quali è stato scelto di intitolare loro uno slargo non lontano da quella villa Medicea che contribuirono a preservare, salvando di fatto chi vi era rifugiato.