L’opera “Segnali, la tradizione rinnovata” di Ugo La Pietra torna al suo posto in piazza Vittorio Veneto

28 Marzo 2023

Le operazioni di restauro a seguito dei danneggiamenti causati da un atto vandalico hanno richiesto tempo.

Era la notte fra il 9 e il 10 ottobre 2021 quando è stata vandalizzata l’opera site specific dell’artista Ugo La Pietra, ideata e prodotta appositamente per la città Montelupo, sul piazzale del Museo della Ceramica, in piazza Vittorio Veneto.

Nonostante le tante telecamere poste sul territorio non è ancora stato possibile individuare il responsabile, una persona sola, con il volto coperto e con cappuccio, arrivata a piedi.
Le informazioni e le tracce si perdono qui.

Non è per fortuna andata perduta la bellezza dell’opera che, con la copertura assicurativa, è stata in parte restaurata e in parte realizzata ex novo in alcune componenti, grazie alla preziosa collaborazione degli artigiani che, nel 2016, avevano lavorato con l’artista per la realizzazione dei vasi e delle sculture che compongono l’installazione.

Dalla scorsa settimana è nuovamente al suo posto a rendere omaggio a Montelupo e alla sua ceramica.

L’opera, lo ricordiamo, è stata realizzata nell’ambito del progetto Materia Prima, prodotto dalla Fondazione Museo Montelupo nel 2016 con la curatela di Marco Tonelli.
Si compone di 6 strutture monumentali composte ciascuna da 8 pezzi, la cui base è costituita da un grande vaso in terracotta, su cui sono montati vasi torniti e parzialmente decorati.

Le sculture sommitali, fortemente simboliche, sono poste ad un’altezza di circa 3 metri.
Si tratta di elementi che rimandano alla tradizione montelupina e ognuno di essi ha uno specifico significato.

Il lupo è il simbolo della città ed elemento dello stemma cittadino.
Ci sono case tipiche (stilizzate), con una particolarità: sul loro tetto crescono degli alberi.
I due uccelli coloratissimi hanno per l’artista un significato beneaugurale, propiziatorio per la città.
L’idea è che ciascuna scultura sia un vaso, particolare e di grandi dimensioni, che ospita “fiori” dalle fattezze surreali, quasi oniriche.
Ugo La Pietra ha progettato l’opera nel corso di una sua residenza a Montelupo Fiorentino, invitato dalla Fondazione Museo Montelupo a realizzare un’opera site specific per la collezione pubblica, ed ha lavorato alla produzione con le aziende Terracotte Corradini e Rinaldi, Ceramiche il Giglio, La Galleria LAB e le Ceramiche d’Arte Dolfi di Ivana Antonini.

Ugo La Pietra è tra gli artisti, architetti, designer, teorici e registi più noti in Italia e all’estero. La sua è una ricerca visionaria e poliedrica, che si articola su più fronti attraverso l’utilizzo variegato di tecniche e mezzi. Dagli anni Sessanta si concentra sullo studio del rapporto tra l’individuo e l’ambiente, stravolgendo il tradizionale modello classificatorio. Si interroga dunque su quelli che sono i condizionamenti comportamentali, le percezioni abituali dello spazio costruito e la relazione tra l’oggetto artistico e lo spettatore.
Più volte invitato alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano. Espone nei principali musei di tutto il mondo, tra cui il MOMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Museum of Contemporary Craft di New York, la Galleria Palazzo Galvani di Bologna, la Neue Galerie di Graz, il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, ail Museé Departemental di Gap, il Museum für Angewandte di Colonia, il Museo del Novecento di Milano.

«Il danneggiamento dell’opera di Ugo La Pietra è stato per tutti noi e per molti cittadini un brutto colpo. Soprattutto per l’incomprensibilità del gesto. Una ferita che ha messo del tempo per rimargiarsi e i cui segni tangibili sono rimasti per mesi davanti al MMAB.
Finalmente possiamo ammirarla nuovamente al suo posto. Ed è un segnale importante: significa che il potere dell’arte, della bellezza è più forte del gesto inconsulto di un singolo ed è la rivendicazione più potente che potevamo realizzare. Desidero ringraziare tutti gli artigiani che hanno lavorato per restituirci l’opera e soprattutto desidero ringraziare Ugo La Pietra, che ha seguito tutte le fasi di restauro e ricostruzione dell’opera con un costante contatto con gli uffici del Museo e con gli artigiani, per la sensibilità e la collaborazione» afferma il sindaco Paolo Masetti.