Il sindaco metropolitano Dario Nardella in visita alla Villa dell’Ambrogiana

11 Novembre 2021

La Città Metropolitana farà la sua parte per il recupero questo luogo e restituirlo a funzioni pubbliche.

«C’è un oggettivo interesse nei confronti di questo complesso di straordinaria bellezza che si collega alla filiera storica, artistica e architettonica della Toscana Granducale. Questo è uno dei luoghi riconducibili a Cosimo I dei Medici, quindi il legame con Firenze è molto stretto. Montelupo è ad un passo da Firenze!
La Città Metropolitana fra i suoi obiettivi ha proprio quello di recuperare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e ambientale del territorio e questa visita, per la quale ringrazio il sindaco di Montelupo, mi ha permesso di constatare l’eccezionalità di questo luogo che deve rimanere a beneficio della collettività, evitare speculazioni, ma anche evitare l’abbandono.»

Queste le prime considerazioni del Sindaco Metropolitano Dario Nardella, oggi in visita all’Ambrogiana assieme alla sindaca di Empoli, Brenda Barnini e al sindaco di Certaldo e delegato alla cultura per l’Unione dei Comuni Giacomo Cucini e i rappresentanti del Demanio (proprietari di casa). Era la prima volta di Nardella all’Ambrogiana e ha espresso il suo apprezzamento per il complesso mediceo e la volontà di sostenere una progettualità congiunta a più livelli.

«Dobbiamo lavorare a un progetto che sia improntato ai temi della cultura, della fruizione pubblica e magari dell’alta formazione. Ne ho già parlato con il Ministro Franceschini che è stato in visita qui una settimana fa, insieme al presidente della Regione, agli altri Sindaci: è necessario fare un gioco di squadra in cui la Città Metropolitana è pronta a fare la sua parte accanto allo Stato, alla Regione e ai Comuni. In questo modo potremmo trovare un progetto vincente e le risorse necessarie per realizzarlo».

Un aspetto centrale in questo percorso è anche l’inclusione della Villa dell’Ambrogiana assieme a tutte le altre Ville Medicee fra i beni tutelati dall’Unesco.

«Di questo parlerò con il direttore dell’ufficio centrale dell’Unesco a Roma e anche con il Segretario Generale a Parigi Audrey Azoulay che spero di incontrare presto. Penso che anche questo possa essere un elemento di stimolo per realizzare un progetto di riqualificazione che sarebbe davvero un biglietto da visita per tutta questa zona, ma anche un motivo d’orgoglio per Firenze e per la Toscana».

Il sindaco Masetti ha espresso la sua soddisfazione per questo ulteriore avallo istituzionale sul recupero della villa Medicea «Ringrazio il sindaco Dario Nardella per avere accolto il mio invito, visto che la scorsa settimana era all’estero per altri impegni istituzionali. Oggi per la prima volta ha visitato questo luogo; possiamo dire che finalmente il percorso sia tracciato con la convergenza di tutti i livelli istituzionali su un unico importante obiettivo: recuperare la Villa e restituirla a un uso pubblico con un progetto di rilevanza nazionale che per quanto oneroso creerà un indotto per tutto il territorio. Voglio fare mia una battuta dello stesso Dario Nardella: “L’importante è avere sogni, poi si trovano le risorse per realizzarli”. Fino a qualche tempo fa poteva sembrare solo un sogno dare un futuro all’Ambrogiana; oggi è una possibilità più che concreta»

Sia Nardella che Masetti esprimono perplessità su come il complesso mediceo è stato trattato in passato.

Per il primo cittadino di Montelupo: «Questo bene sarà restituito alla comunità dopo un uso scellerato fatto per 150 anni. “Scellerato” è il termine che ben descrive l’operazione fatta sulla struttura, detto sempre nel pieno rispetto di chi qui è stato internato e di coloro che qui hanno lavorato con grande impegno. Ma alcune scelte sono state inspiegabili».

Dello stesso avviso anche Dario Nardella: «Francamente sono rimasto stupito. Abbiamo un sistema vincolistico molto rigido e poi assistiamo a scempi come quello che è stato fatto qui all’Ambrogiana. È purtroppo vero che essendo una struttura carceraria aveva tutta una serie di deroghe, però francamente ci rendiamo conto come certi gioielli di bellezza inimitabile siano stati piegati ad usi e funzioni improprie, che li hanno trasfigurati».